mercoledì 26 novembre 2008

Vanità di Vanità


Esseri in balia dei giorni.
Cos'é uno?
Cosa non é
L'uomo é il sogno di un'ombra;
ma se giunga la luce, dono di Zeus,
un chiaro splendore sugli uomini posa e un'età di bellezza.
Pindaro (tr. Baldini)

martedì 25 novembre 2008

Last blues

Cesare Pavese é ancora oggi uno degli scrittori italiani più amati e letti nel mondo.
Lo amiamo perchè nei suoi romanzi, poesie, diari, nella sua esistenza inquieta e tormentata troviamo la cifra della nostra stessa solitudine ed incapacità di vivere.
Franco Zaio nel suo Last Blues ha musicato alcune delle sue poesie più belle.
E' un lavoro commosso e commovente che per stile mi ricorda una delle opere di Nick Cave che più ho amato: Le ballate di morte. Un di Nick Cave quindi, anche se il cd é fecondo di altre colte citazioni. Quello che mi stupisce ogni volta è il commuovermi mentre leggo "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi". Lo smarrimento di fronte alla vita ed allo stesso tempo il profondo senso di dignità che trasforma la nostra esistenza nel mestiere di vivere!
Nel cd Franco Zaio coglie in pieno lo spirito pavesiano e nelle canzoni eros e thanatos si rincorrono fino a fondersi in un unico movimento.
Non possiamo fare altro che riascoltare stupiti quelle liriche che in gioventù hanno accompagnato i nostri amori e tormenti.
Scenderemo nel gorgo muti?


lunedì 24 novembre 2008

September in the rain.

Un piccolo capolavoro

L’idea dell’ amore vissuto come assenza e mancanza è il leitmotive di molta letteratura romantica.
Jonh Keats fu uno degli epigoni di questo mito e la sua morte precoce avvenuta all’età di 24 anni fu il suggello del suo modello filosofico-leterario. L’illusione di non consumare la vita onde preservarla dalla corruzione del tempo è quanto troviamo nella sua Ode ad un urna greca. Negli ultimi versi della poesia descrive l’indugio di due amanti intenti a baciarsi raffigurati in un basso rilievo di marmo.
Il non incontrarsi delle loro labbra –il bacio più bello è quello mai dato- è il tentativo di cristallizare un amore che, sospeso, rifiuta le lusinghe del tempo storico.
Una rappresentazione utopica della prossimità perpetua, di un incontro che diventa eterno grazie ad una distanza impossibile da colmare.
In quelle labbra protese che mai si toccheranno coesistono in modo ambivalente l’amore per la vita ed il terrore per la stessa.
Il problema di Keats è l’opposizione mitico-storico, eterno-mortale.
L’uscita dal tempo del mito e dell’infanzia significa il congedo da quel che è stato ed accettare l’apertura di un orizzonte in cui interviene la storia declinata secondo un prima ed un dopo.