domenica 28 dicembre 2008

Giallo Mediterraneo


Nella sua breve esistenza Jean Claude Izzo ha lasciato una serie di romanzi che sono diventati veri e propri libri di culto.
Romanzi polizieschi, ma non solo. Storie che riverberano la sua passione civile, il suo impegno sociale, l’attenzione per temi d’attualità.
La sua visione acuta ed impegnata fa si che il motivo poliziesco sia talvolta solo un pretesto per parlare dei grandi temi della vita.
Questa la ragione per la quale è amato anche da quei lettori che non necessariamente stravedono per il genere giallo. E’ il suo modo di guardare le cose che affascina, il suo punto di vista sul mondo.
Mediterraneo, come egli stesso amava dire.
Attraverso questa lente prospettica, che lo accumuna a Camilleri, Montalban, Bartlet, Markaris, egli ci introduce nello spirito della sua terra, il Midi.
Da Marsiglia guardo il mondo. E’ da qui-in cima alla scalinata del faro Sainte-Marie, per l’esattezza all’estremità orientale della diga del Large che penso al mondo. Al mondo lontano, al mondo vicino. Che penso a me, anche, Mediterraneo. Uomo mediterraneo.
J.C. Izzo
Nato a Marsiglia nel 1945 da padre italiano e madre di origine spagnola fin da ragazzo Jean Claude scrive storie e versi evidenziando la sua vocazione alla letteratura e al giornalismo. Passione che lo porterà a collaborare con diverse testate giornalistiche e a scrivere su prestigiose riviste di poesia e narrativa, anche se il suo talento verrà riconosciuto tardivamente, dopo anni di gavetta.
Quel tanto per assaporare il successo e doversi subito arrendere alla stanchezza del vivere. Morirà, infatti, all’età di 55 anni per un cancro al polmone.
Il suo stile gode di una verve giornalistica che ne fa un narratore di straordinaria efficacia nell’alveo della migliore tradizione del noir francese dove il bene ed il male non sono mai distinti in modo netto.
Nei suoi romanzi troviamo richiami ai vecchi films di genere (quelli con Delon, Ventura, Auteil, per intenderci) al cinema d’impegno sociale di Guediguian ed in grani alla filosofia del poeta Braquier.
Marsiglia è il mio destino come il Mediterraneo di cui sono il figlio meticcio. Sì, è proprio questo che affermo, con la testa piena dei versi di Louis Brauquier, poeta troppo dimenticato, che seppe cantare Marsiglia ma anche tutti quelli che vennero da lontano per darle la sua bellezza.
Jean Claude Izzo
Il suo stile narrativo, avvincente, con continui colpi di scena ci tiene col fiato sospeso. I suoi libri si divorano nello spazio di una sera e i suoi personaggi, le atmosfere, ci rimangono dentro grazie a quel periodare poetico, alle continue citazioni che rimandano ai grandi della musica e della letteratura. E’ così che Fabio Montale, alter ego dell’autore, ci fa partecipi di un immaginario fatto di musica (da Bob Dylan a Gianmaria Testa, da Leo Ferré a Paolo Conte), di libri (da Conrad a Louis Branquier, da Glissant a Cesare Pavese).
Sullo sfondo, la sua città con il suo porto, la sua luce, i conflitti sociali, la mafia, i razzisti del Fronte nazionale, una polizia spesso corrotta ed impotente di fronte alla ferocia dei vari racket. Da quello della droga a quello degli appalti per la costruzione del nuovo porto turistico.
Marsiglia è il vero valore aggiunto delle sue storie, la vera protagonista, il set sul quale si muove il commissario Fabio Montale.
Leggere Izzo vuol dire entrare in un rapporto di pelle con certe strade, locali, con una umanità disperata, pulsante, che non possiamo fare a meno di amare
Questo è il sortilegio che è riuscito a compiere nei confronti del lettore.
Quanti di noi, infatti, dopo aver letto la trilogia non hanno pensato almeno una volta di visitare Marsiglia anche solo per un sabato e una mezza domenica?
Un viaggio sui luoghi dell’avventura per poter dire, come Montale: “ho passeggiato per il Panier, bevuto un Pastis in un bistrot, ordinato una bouillabaisse, assaporato il profumo del mare”.
Dopo aver letto Izzo prende una malinconica voglia di esistere, una complicità con i luoghi dei romanzi che come Jean Claude ricordava: “ è il più bel complimento che mi hanno fatto: dirmi che quando si finisce di leggere i miei libri viene una maledetta voglia di vivere."

Nessun commento: